Ictus e Riabilitazione

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Ictus e Riabilitazione

 

Le conseguenze di un ictus e di lesioni al sistema nervoso centrale sono conosciute da tutti: disturbi del movimento, del linguaggio, dell’equilibrio, della memoria e molti altri.

La causa è una lesione ad un determinato gruppo di neuroni.

Fino a non molti anni fa si pensava che i neuroni una volta danneggiati non potessero recuperare, che il danno fosse permanente e che era già un successo riuscire a tenersi in piedi.

Addirittura nei primi timidi approcci a riabilitare chi fosse stato colpito da un ictus si pensava che fosse un bene rafforzare determinati fenomeni che oggi sappiamo essere espressione della patologia, quindi da combattere.

In questi ultimi anni le conoscenze sul cervello sono aumentate enormemente, le neuroscienze e i nuovi strumenti di indagine disponibili hanno permesso di comprendere determinati fenomeni.

Il centro della lesione rappresenta l’area che ha ricevuto il danno maggiore, a causa della mancanza di ossigeno, di conseguenza un certo numero di neuroni sono stati danneggiati.

Intorno a questa area esiste  territorio neuronale che ha subito un forte sofferenza ma è vitale grazie all’afflusso di sangue dalla circolazione collaterale: viene chiamata la zona di penombra ischemica.

Queste cellule hanno conservato la vitalità, in altre parole sono vive e in termini di fisiologia cellulare perfettamente funzionanti, ma a causa dello shock sono inibite cioè non funzionano.

In questa area, superata la fase acuta della malattia si cominciano a riattivare spontaneamente i circuiti neuronali, a cominciare dai più semplici, che coinvolgono meno neuroni e hanno un minor numero di connessioni.

Funzioni più complesse, regolate da connessioni fra diverse aree cerebrali faticano di più a ripartire o non lo fanno affatto.

Questo accade perchè esistono delle zone in Diaschisi, distanti dalla lesione ma a questa collegate attraverso importanti circuiti neuronali che non ricevendo più impulsi, ovvero informazioni, input, dalle zone danneggiate, smettono di funzionare, permanendo in uno stato di inibizione, pur non avendo ricevuto alcun danno diretto ed essendo perfettamente integre.

Alla luce di tutto questo, come può recuperare il cervello dopo un ictus? 

Adattandosi, rimodellandosi, modificandosi, quell’insieme di capacità che vengono chiamate PLASTICITA’ CELEBRALE.

COME AVVIENE L’ADATTAMENTO E IL RIMODELLAMENTO?

⇒I neuroni vitali ma in stato di inibizione possono riattivarsi.

⇒I neuroni danneggiati ma vitali attraverso un processo di sprouting (germogliazione) possono espandersi e ricrescere in alcune porzioni.

⇒Nelle zone danneggiate direttamente i neuroni possono essere sostituiti da altri neuroni (nel cervello per il principio di ridondanza ci sono neuroni in sovrannumero che non vengono utilizzati).

⇒Neuroni di zone adiacenti che erano adibite ad altre funzioni possono “riciclarsi” ed andare a controllare altre funzioni.

Questi fenomeni sono naturali, spontanei e sono conosciuti da molto tempo ma solo da pochi anni con il miglioramento delle tecniche di indagine delle neuroscienze si sono avute risposte più chiare sul funzionamento di questi meccanismi.

Cosa può fare la riabilitazione, anzi una buona riabilitazione?

Moltissimo, può rappresentare la differenza per la ripresa di una buona qualità della vita.

Perché?

Il recupero ha un’origine spontanea ma senza un’adeguata stimolazione può limitarsi ai circuiti neuronali più semplici, che regolano funzioni poco complesse.

Chi si trova ad affrontare gli esiti di un ictus: i pazienti e loro famiglie, sa che la spasticità, l’emiplegia è una parte importante del problema ma non il solo: “non riesco a muovere la mano”, “non la sento”, “non so dov’è se non la guardo”, “non ricordo come si fa”, “ci provo ma quello che viene fuori non rassomiglia a come lo facevo prima”, “questa mano non è la mia”.

La Teoria Neurocognitiva, alla base della Riabilitazione Neurocognitiva, comunemente conosciuta come Metodo Perfetti, affronta questi problemi nella loro complessità, perché, molto semplicemente, sono tutti collegati.

Come posso muovere una parte del corpo che non sento più?

Il cervello può riapprendere,  modificarsi  attraverso stimoli specifici calibrati sulle difficoltà del paziente allo scopo di riattivare i processi neuronali che controllano il movimento e che risultano alterati.

L’ Esercizio Terapeutico Conoscitivo è la parte pratica della Riabilitazione Neurocognitiva: al paziente vengono fatti eseguire esercizi che hanno lo scopo di controllare quelle reazioni che limitano il miglioramento e  di stimolare i circuiti danneggiati affinché possano riattivarsi o ricostituirsi.

Si tratta di esercizi molto mirati, alla portata del paziente, che prevedono una serie di gradi di sviluppo.

La difficoltà e la complessità aumenta con il tempo e accompagna il miglioramento.